"La realtà è il campo" (Einstein)
Daniela G.

Daniela G.

La mia esperienza con la Biorisonanza di Paul Schmidt Rayonex è sicuramente positiva. La prima volta che ne ho sentito parlare alcuni anni fa, dopo aver scoperto che mia figlia aveva una osteocondrite alle ginocchia. Portata al pronto soccorso per il forte dolore ed il blocco del ginocchio destro, abbiamo fatto i vari esami (RMN, RX e visita e visita ortopedica). Il medico ortopedico ci ha informato della rottura di una parte di osso del ginocchio (avvenuta forse anche un anno prima) e che il frammento si era spostato incastrandosi nell’articolazione. L’ortopedico ci disse che il frammento era più piccolo della cavità rimasta perché il corpo lo stava riassorbendo, il vero problema quindi non era il pezzo di osso che si muoveva (anche se volevano operarla per toglierlo), ma la cavità che rimaneva nel ginocchio e che avrebbe col tempo causato un grave disequilibrio alla gamba ed una usura anomala. Così l’ortopedico era deciso ad operarla facendo un innesto con una parte di femore per applicarlo al ginocchio nella parte mancante.

Per caso ho sentito parlare di Bioisonanza e prima di procedere con una operazione di cui non ero convinta ho voluto provare con questa tecnica non invasiva.

Abbiamo fatto un incontro al mese dove mia figlia veniva trattata con l’apparecchiatura Rayonex, a casa poi assumeva delle gocce d’Acqua Informata (mediante l’apparecchio Rayonex), abbiamo apportato alcuni cambiamenti di alimentazione ed eseguito ginnastiche mirate.

Dopo 6 mesi abbiamo fatto un’altra RMN da cui risultava che il foro del ginocchio si era ricostruito per metà, dopo altri sei mesi attraverso una nuova RMN non risultava alcun trauma, ne cavità, ne lesioni, ne pezzetti di ossa in giro. 

Grazie alla biorisonanza il corpo aveva ricostruito ciò che mancava. 

Dopo questa esperienza con mia figlia, ho avuto modo di provare anche su di me questa tecnica, stavo passando un periodo di evidente stanchezza cronica così ho deciso di farmi fare un check up di Biorisonanza e da questo risultava che avevo una mononucleosi latente che mi aveva causato una sofferenza al fegato. Attraverso esami ematici ed ecografia all’addome viene confermata la mononucleosi ed anche una steatosi epatica. Il medico di famiglia mi consigliava riposo ed opportuna alimentazione asserendo che dagli esami la mononucleosi era in atto.

A quel punto ho fatto vari trattamenti di biorisonanza accompagnati dall’assunzione di prodotti omeopatici per il fegato e mantenendo la solita alimentazione che, di fatto, era già corretta. Ho sentito subito i miglioramenti e la stanchezza è passata. 

All’ecografia successiva, dopo un anno, il fegato risultava normale.

Nei successivi esami ematici è risultato che la mononucleosi non è stata sviluppata dal mio organismo perché il sistema immunitario si era rafforzato e l’ha eliminata prima che si manifestasse.

Credo che sia a livello diagnostico che terapeutico la Biorisonanza sia molto efficace, sicura e non invasiva. 

error

Se ti è piaciuto, segui o condivi qui: